Un carro armato speciale – Sherman DD
Era il lontano Maggio 2002 quando un gruppo di 3 amici, appassionati di subacquea, fecero una scoperta al dir poco eccezionale, un carrarmato che li non doveva esserci, uno Sherman DD…
L’avventura
Ma partiamo dagli inizi dell’avventura. Gli avventurosi amici (quattro in origine) erano già stati nel 1991 autori di una scoperta di un aereo tedesco, uno Junkers JU88, abbattuto probabilmente dalla contraerea AngloAmericana durante le operazioni di Sbarco, oltre ad altri ritrovamenti, come un mezzo da sbarco e un carro armato Americano M4 Sherman, forse caduto da una nave durante le operazioni di avvicinamento alla costa.
Poi la morte improvvisa di uno dei quattro amici aveva fermato la loro voglia di immergersi in quel mare blu tanto amato. Quando un giorno, 7 anni dopo, nel 1998, in quel di Agropoli, un vecchio pescatore, con il suo racconto, su un qualcosa che strappava sempre le reti da pesca, in un preciso tratto di mare, accese in loro quella scintilla, quella voglia mai sopita di immergersi in quel mondo straordinario dei fondali marini. Non ci volle molto che i subacquei individuassero lo “strappareti”. Al loro cospetto, a 24 metri di profondità, si presentò l’inimmaginabile, un carro armato! Ma che ci fa un mezzo terrestre in fondo al mare? Scattarono molte foto, imprimendo su quella pellicola molti particolari utili alla successiva ricerca sui libri. Tornati a terra, si dedicarono a lunghe ricerche in biblioteca e archivi, finche non individuarono il modello. Si è lui, è certamente lui, uno Sherman DD, dove la doppia D sta per Duplex Drive, carro armato americano impiegato nello Sbarco in Normandia come arma segreta, “ufficialmente”. Decisero di contattare a questo punto Il Patton Museum di Fort Knox, nel Kentucky, per avere risposte su come fosse possibile che quel modello fosse presente nelle acque italiane. Gli americani risposero che era impossibile e che quel mezzo non era mai stato utilizzato in Italia. Forse era caduto da una nave, forse. Mille domande ma nessuna risposta. I ricercatori inviarono le foto con tutti i particolari agli americani. Nelle foto di potevano vedere le eliche dietro lo scafo, il sistema di galleggiamento, consistente in un grosso tubolare di gomma (tagliato e strappato in un lato), la struttura per la mimetizzazione, la canna e altri particolari, il tutto ricoperto da molti brandelli di reti da pesca, quasi un bottino di una guerra contro un innocuo nemico, contro quei mulini a vento, che lo Sherman DD combatteva ancora, era nato per per quello d’altronde, combattere!
Si tenta il recupero
A questo punto gli Americani non ebbero più dubbi e dopo ricerche storiche d’archivio, confermarono l’uso del prototipo dell’arma segreta nello sbarco di Salerno, voluto da Dwigth Eisenhower e mai saputo dove fosse finito precisamente. Decisero a questo punto di tentare il recupero, ma non furono fortunati. Avevano solo quattro giorni utili prima di un altra missione, riuscirono a liberarlo dalle tante reti di cui era ricoperto, il mezzo era per metà sprofondato nel fondale, riuscirono ad issarlo quasi a bordo, quando una delle catene di imbrago si ruppe e lo Sherman riaffondò nuovamente. Dovettero rinunciare all’impresa perché la nave dovette ripartire per una missione più importante.
Ma perché lo sherman non toccò mai terra ? L’ipotesi più accreditata è che durante le operazioni di messa in acqua, ricordo che l’Operazione Avalanche inizio alle 02:00 dell’ 8 settembre 1943, quindi di notte e al buio, il gommone di galleggiamento fu tagliato da uno spuntone della carlinga della nave, quindi il carro armato colò a picco quasi subito. Dei quattro militari dell’equipaggio, tre riuscirono ad uscire e salvarsi, uno annegò con il suo mezzo speciale.
Veniamo al 2002, il fondatore del Museo Piana delle Orme (Latina) decise di cogliere al volo l’occasione mancata dagli americani e recuperare il rarissimo carro armato, di cui, su poche centinaia di esemplari prodotti, solo due erano in salvo e in mostra, anche se in condizioni pessime, uno in Inghilterra, uno in Francia e ora uno in Italia al Museo Piana delle Orme a Borgo Faiti (Latina) in miglior stato di conservazione e restaurato magistralmente. Contattò a quel punto una ditta di recupero Napoletana, famosa per altri recuperi, che riuscii nell’impresa, con un po’ di astuzia italica. Posizionarono il mezzo su un fianco, cosi da non opporre troppa resistenza, svuotandolo d’acqua e riempiendolo d’aria, in modo da aiutarlo a risalire a galla. Finalmente, nel Maggio 2002, lo Sherman DD (Duplex Drive) rivede la luce del sole dopo 59 anni, qualcuno si potrà prendere cura di lui. Due lunghi anni di restauro e il carro armato prende il suo posto d’onore nel Museo privato più importante d’Europa, dove potete ammirarlo ancora oggi.
Giuseppe Gaeta – Fimd Campania
Foto tratte da:
http://pianadelleorme.com/pages/
http://the.shadock.free.fr/sherman_minutia/duplexdrive/duplexdrive.html
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/
Collegamenti esterni:
http://it.wikipedia.org
http://www.generalpatton.org
https://fimd.it