Applicando un po’ di GPS… responsabile.
La maggior parte delle volte siamo pronti a prendere il nostro metal detector, caricarlo in macchina con attrezzatura da scavo e zainetto al seguito, e VIA per il campo già adocchiato qualche giorno prima o trovato su Google Maps.
La ricerca, la maggior parte delle volte, avviene “spontanea” senza molto studio di dove andare. Ma in realtà sappiamo che, al contrario, meriterebbe almeno un indispensabile controllo: la presenza o no di aree sensibili, cioè off-limits!
Questo sicuramente è il primo ed obbligatorio check da effettuare per non incorrere nel pericolo di tramutare la propria “passeggiata” in attività illecita.
Ma esiste un modo per rimanere aggiornati sulla nostra posizione? Qualcosa che ci permetta costantemente di controllare se ci manteniamo nelle giuste aree e non invadiamo terreni non frequentabili (aree archeologiche, aree militari o zone pericolose)?
Lo strumento che ci permette questo, e molto altro, è il Global Positioning System portatile (o palmare), ossia il GPS.
Ad oggi l’impiego del GPS è sicuramente un vantaggio e molti di voi lo posseggono già embedded (incluso) nella propria vettura, per orientarsi e trovare le strade in una zona non conosciuta.
Ma il GPS serve solo a questo?
Parlando di metal detecting responsabile, vogliamo accennare circa il suo impiego anche nel nostro hobby.
Ma perché dotarvi di un GPS portatile e a quale scopo?
Sommariamente, ecco perché:
- Per non perdervi, qualora la vostra spazzolata sia effettuata in un bosco;
- Per poter conoscere con precisione cosa vi sia intorno a voi;
- Per poter tracciare e registrare il vostro percorso;
- Per poter segnare la posizione di un ritrovamento;
- Per poter delimitare la vostra area di ricerca ed evitare aree off-limits;
e, infine:
- per poter tornare a ritroso sul vostro sentiero e ritrovare il cellulare che avete perso ;-).
In realtà se si inizia ad usarlo vedrete che diverrà uno strumento utilissimo, quasi indispensabile.
Ma andiamo al sodo. L’impiego più interessante è quello di poter tracciare il vostro percorso e identificare e segnare con precisione tutti punti in cui troverete oggetti interessanti.
Sul GPS potrete, attraverso numerosi software scaricabili dalla rete, uploadare tutte le mappe che desiderate (geografiche, topografiche e a tema). Se ne trovano a pagamento e gratuite, elaborate da ditte o da appassionati di trekking, di alpinismo o di altri sport. Va da se che maggiore sarà la definizione maggiori saranno i dettagli di cui potrete disporre (sentieri, fiumi e torrenti, dislivelli, indicazioni di cave o sorgenti o grotte e molto altro).
Una volta scelta la mappa da utilizzare, prima di iniziare, attivate la funzione di tracking avendo selezionato il massimo della precisione e il più breve tempo di aggiornamento e il gioco è fatto: tutta la vostra escursione sarà registrata momento per momento, punto per punto.
Senza mai spegnerlo, se non alla fine della vostra spazzolata, ogni volta che individuate un target interessante entrate un attimo nelle funzioni del tracking ed inserite un marker (un segna posto) che il GPS si preoccuperà di identificare con un simbolo ed un numero progressivo. In tal modo il vostro percorso sarà completato di tutti i marker e quindi di tutti ritrovamenti che avrete voluto inserire e memorizzare.
Ma come faccio a memorizzare cosa ho trovato e dove?
Semplice; un’altra piccola abitudine, peraltro comoda e importante, è il dotarsi di piccole bustine porta oggetti (come quelle in foto) – acquistabili in stock su e-bay o su altri siti internet. Una volta individuato e marcato il punto di ritrovamento basterà riporre il target in una bustina sulla quale scrivere con un pennarello indelebile il numero identificativo del marker inserito automaticamente dal GPS (le bustine una volta numerate sono anche riutilizzabili per una successiva uscita, poiché normalmente la numerazione è del tipo 001, 002, 003 etc…).
In questo modo ad ogni numero di marker corrisponderà una bustina numerata con la stessa cifra e proprio con l’oggetto che giaceva in quel punto. La bustina è importante perché eviterà che l’oggetto riposto in una sacca, possa rovinarsi a causa di attriti o urti con altri oggetti. Può sembrare superfluo ma vi assicuro che spesso lo stato di conservazione di un ritrovamento dipende molto da come lo si tratta, soprattutto durante le nostre lunghe scampagnate (ecco perché ad esempio esistono le scatoline porta-monete, che sono sicuramente un ottimo ausilio ma non vi permettono, magari, di ricordare dove ogni target era stato trovato).
E’ chiaro che di soluzioni ve ne sono molte ed ognuno attuerà ciò che più gli aggrada.
Ma come utilizzare il recording (la tracciatura memorizzata) del GPS?
Molti GPS hanno la possibilità di essere collegati al computer e di far leggere attraverso particolari software tutti i dati memorizzati. In tal modo potrete salvare in differenti cartelle tutti i dati di un’escursione (tragitto e markers) permettendovi di poter creare una database di dove siete stati e di quello che avete trovato e dove lo avete trovato. Ma la soluzione migliore è impiegare Google Earth (https://www.google.it/intl/it/earth/) o altri software di cartografia che vi permetteranno, attraverso il collegamento del GPS con il PC, di importare direttamente sulle mappe a schermo l’intero pacchetto di dati, fornendovene una rappresentazione grafica (comprensiva, a volte, di tutte le curve di livello che definiscono le altitudini). Attraverso Google Earth, ad esempio, vi apparirà l’intero tragitto, i marker e sarà possibile salvare il tutto nei “miei luoghi” (in formato KML, un layer – uno “strato virtuale” – della mappa). Il “tragitto” così memorizzato in Google Earth, se caricato e selezionato, apparirà ogni volta che aprite l’applicazione, mostrandovi uno dopo l’altro tutte le vostre escursioni.
Per i target, è chiaro che per ogni uscita potete lasciare gli oggetti (una volta ripuliti) anche nelle bustine e riporli in scatole con la data dell’escursione (a meno di qualcosa che vorrete tenere in mostra).
Alla fine del processo potrete liberare la memoria del vostro GPS cancellando il tragitto o salvandolo in una cartella del PC o di una pennetta USB dedicata.
Ma perché abbiamo associato l’impiego del GPS al Metal Detecting Responsabile?
Questa metodologia mi è stata “imposta” (consigliata e insegnata) quando praticavo il nostro hobby in Germania, dove la soprintendenza (che è l’ente che fornisce l’autorizzazione a spazzolare …. al di fuori delle aree sensibili e al quale è necessario far visionare tutto ciò che ritrovi di interessante, anche una moneta napoleonica ad esempio) chiede che ogni ritrovamento sia corredato di dati GPS, foto, la profondità a cui è stato ritrovato e la natura del terreno, più una descrizione sommaria dell’oggetto. Solo in tal modo, effettivamente, l’oggetto da noi rinvenuto può assumere un significato VERO.
Dobbiamo ricordarci che, per quanto gli oggetti possano avere poco “valore” (in tutti i sensi), potrebbero fornire informazioni utili sul perché si trovino proprio dove li abbiamo individuati. La zona, l’altezza, la profondità possono essere piccoli pezzi di un più grande puzzle che magari ci permette di ricostruire il passaggio di un’armata francese nell’ambito di un conflitto (vedi il bottone napoleonico) o magari, ci permette di comprendere chi e quando sia passato per quel fazzoletto di terra.
Se ci pensate bene, il bello di un ritrovamento è proprio la curiosità che desta in noi circa la sua storia. A chi può essere appartenuto o perché sia in quel punto.
Per quanto, spesso, le nostre scoperte siano misere, oggettivamente insignificanti e di nullo o poco interesse storico, ci potrebbe capitare d’individuare fortuitamente qualcosa di più importante e di valore. Inutile sottolineare che, in una situazione simile, è d’obbligo porre la maggiore attenzione; magari non asportando l’oggetto (se non per proteggerlo), denunciandone il ritrovamento entro le 24 ore e chiamando, eventualmente, sul posto i professionisti del mestiere: la Soprintendenza e gli archeologi.
Sappiate, inoltre, che sul vostro GPS è possibile normalmente tracciare delle aree o dei punti di riferimento, che magari vi permetteranno di identificare un’area da evitare. L’attivazione dell’impostazione relativa all’allarme di prossimità (con una distanza da voi definibile) permetterà al GPS di avvisarvi acusticamente quando vi avvicinerete ad essa e quindi di evitarla.
Concludendo, l’adozione di un GPS non è certo obbligatoria; è un ausilio importante sia per noi che per eventuali forme di collaborazione con le Istituzioni.
A nostro parere, l’impiego del GPS durante le nostre attività rappresenta un importante peculiarità che caratterizza ancor di più un corretto Metal Detecting Responsabile.
Edoardo Meacci
Di seguito un elenco di applicazioni impiegabili insieme al GPS:
- OZI Explorer (http://www.oziexplorer.com/w/)
- BaseCamp (http://www.garmin.com/it-IT/shop/downloads/basecamp)
- OruxMaps per android (https://play.google.com/store/apps/details?id=com.orux.oruxmaps&hl=it)
- QGis (http://www.qgis.org/it/site/)
- OkMap (http://www.okmap.it/)